Aristolochia

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view post Posted on 11/5/2011, 14:46
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Aristolochia

Il genere Aristolochia conta circa 550 specie distribuite principalmente in tutti i tropici del mondo, regioni subtropicali e regioni moderate. Appartengono alla famiglia delle Aristolochiaceae anche Asarum sull'emisfero settentrionale, Thottea in Malesia, Pararistolochia in Africa tropicale, Saruma in Cina, Holostytis ed Euglypha in America Meridionale. Dall'ultimo secolo, l’Aristolochia si è naturalizzata in Java, Sri Lanka e Florida. Giardini botanici e notevoli in tutto il mondo coltivano specie diversa anche sotto vetro. Ambo gli Hortus Botanicus di Amsterdam e Giardini di Kew hanno una ampia raccolta di Aristolochia. Molte specie tropicali sono maleodoranti, un mezzo questo per attirare gli insetti. Un insetto striscerà attraverso l'apertura del tubo, cosparso di peli volti in giù, arriverà all’otricolo che gli offre nettare e altre sostanze. Dopo aver effettuato la fecondazione gli insetti possono strisciare fuori, per l’afflosciarsi dei peli. Questo non vale per tutte le specie, perché alcune sono anche carnivore e si nutrono del loro ospite. Anche in Italia abbiamo delle specie spontanee, tutte a fiore piccolo, (A. clematidis, A. altissima, A. rotunda, A. pistolochia, A. longa, A. pallida), diffuse negli incolti e nei boschi, conosciute già dagli antichi romani, che le consideravano dotate di straordinarie proprietà medicinali.

Coltivazione

La maggior parte di Aristolochie sono rampicanti di grande sviluppo e a crescita veloce per cui una posizione in piena terra permette loro di esprimersi in tutta la loro bellezza. La collocazione nei pressi di una cancellata o graticcio la aiuta ad avvolgersi, Si può utilizzare anche per un “bersò”, dove il numeroso fogliame lo avvolge e crea un angolo d’ombra nelle stagioni più calde e i fiori appariscenti e inusuali gli conferiscono quel che di esotico e insolito. Da ricordare però che la maggior parte delle Aristolochie hanno un odore sgradevole se “stropicciate”. I fiori della Aristolochia sembrano stati “creati” da disegnatori di fumetti di fantascienza data la loro singolare conformazione, anche se il fiore è così fuori dalla norma che “o te ne innamori o lo disprezzi!”. La coltivazione in vaso necessita di un vaso capiente.


Non hanno grandi esigenze riguardo il tipo di suolo, purchè ricco di sostanza organica. In vaso si può utilizzare un composto fatto da 2/3 di fertile terra da giardino, 1/3 di torba o terriccio universale, poca pomice e stallatico pellettato o Humus.

Molte Aristolochie vivono in piena terra nei climi miti, al sud prediligono una zona di mezz’ombra, al nord pieno sole. In questo ultimo caso un muro alle spalle le proteggerà in inverno riversando di notte il calore accumulato durante il giorno

Annaffiare regolarmente cercando di fare in modo che il terreno sia sempre abbastanza fresco e umido ma ben drenato; diradare le annaffiature se il clima è freddo. Essendo rampicanti molto vigorosi rampicanti sono molto vigorosi nella buona stagione necessitano di annaffiature molto abbondanti. La concimazione può essere effettuata con un concime granulare a lenta cessione o mensilmente con uno liquido. Nessuna concimazione nel periodo invernale.

Il periodo di fioritura per le specie più coltivate è il periodo primavera-estate.

Tramite semina in primavera o da talea di rami giovani, per propaggine o margotta negli esemplari adulti e ben significati. Molte specie fioriscono già dal primo anno o quello successivo alla germinazione.

Sono soggette anche a ragnetto rosso e mosca bianca. Effettuare un trattamento preventivo contro le malattie fungine, utilizzando un fungicida a base di zolfo e rame.

Curiosità

Il nome del genere deriva dal greco "áristos" = "ottimo", "lochèia" = "parto", si riteneva, infatti, efficace per i travagli e le infezioni del parto.
Molte specie di Aristolochia sono coltivate da allevatori di farfalle perché sono alimento per le larve ( tagala, indica, baetica ) I grandi coltivatori di farfalle che sfruttano quindi le Aristolochie per richiamarle dicono che è molto più eccitante vedere per esempio il Battus philenor che vola nel giardino producendo 41 uova in un giorno che avere un fiore che appassisce dopo un giorno. Aristolochia è importante per allevare le larve delle farfalle dei generi Battus e Parid . Sembra che i bruchi si nutrano di piante velenose del genere Aristolochia, perché assumendo la sostanza la rende indigesta ai predatori.
La larva della farfalla Zerynthia polyxena, si nutre esclusivamente della Aristolochia rotunda, clematitis e pallida. In Italia è presente in tutta la penisola e in Sicilia.
In molti bazar indiani le radici della Aristolochia indica e longa vengono venduti come antidoto sfruttando il succo da applicare subito dopo il morso di un serpente.
Invece gli indigeni dell’Amazzonia colombiana prima di addentarsi nella foresta si cingono le cavigliere con le foglie della Aristolochia.
Alcune specie sono velenose, come la A. densinervia dell’Africa orientale che riesce a far morire i piccoli animali che la toccano.
Alcune specie sono medicinali (tagala) Vengono utilizzate le foglie macerate e dopo applicate sulla testa degli indigeni per trattare la febbre. In Indonesia, i fogli sono trasformati un poltiglia e si applicano all'addome. Nelle Filippine, la pianta è usata per trattare i morsi e la malaria del serpente. In India, le radici sono considerate un tonico, carminative ( spasmodiche ). Un certo numero di altre specie sono usate dai cinese per combattere la dissenteria, alta pressione sanguigna, il beri-beri.
Il principio attivo è l’acido aristolochico, che in seguito ad esperimenti fatti sui roditori, è risultato altamente cancerogeno. In alcuni stati, come la Germania, tutti i prodotti a base di Aristolochia sono stati proibiti e tolti definitivamente dal commercio, per la riscontrata tossicità e pericolosità.

www.tropicamente.it/SCHEDE/aristolochia.htm
 
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