MILLE VOLTE NIENTE ...DI EMMA LA SPINA
Dopo "Il suono di mille silenzi", il seguito dell’opera è "Mille volte niente", una narrazione sul filo dell’incredibile: una serie di sventure che si abbattono sulla protagonista in un crescendo di sofferenze inaudite. Come può una sola persona vivere un carico di dolore così pesante? Come può il destino accanirsi con così tanto accanimento? Si resta sgomenti dinanzi a tanto patimento e, in questa fase della vita dell’autrice, non si risparmiano le offese e le avversità. Dopo la lettura rimane nella mente di chi legge l’eco delle parole scritte con l’animo straziato, così penetranti da permanere per più giorni senza tregua.
Fuori dall’orfanotrofio, si apre un nuovo capitolo per la diciottenne Emma alle soglie dell’esame di maturità: le insidie della vita esterna sembrano sempre più trascinarla in abissi senza fine: sperimenta i bassi estremi dell’animo umano altrui e con pervicacia riemerge con fatica e rinnovata speranza. E’ un continuo risorgere alla luce quando il buio sembra inghiottirla e fagocitarne tutte le risorse. Ma la speranza sia pure flebile e lontana illumina il suo percorso di vita, le gioie fugaci si alternano alle cocenti delusioni. L’autrice, però, non soccombe mai, come un’eroina intrepida pur tra mille difficoltà, va avanti, soprattutto quando l’essere madre le dà una forza interiore e quell’affetto tanto desiderato e non corrisposto. Una piccola e grande donna sempre in continua lotta per la sopravvivenza, alla ricerca di una vita dignitosa e indipendente. La paura di ritrovarsi al punto di partenza, povera, sola al mondo e abbandonata diventa paradossalmente la spinta ad aiutarsi a vivere meglio. Il degrado sociale in cui viene a trovarsi, suo malgrado, la giovane Emma non intacca la sua purezza di fondo, in una sorta di romanzo ottocentesco, tra un’umanità miserabile e brutale, l’anima il desiderio di un riscatto finale: la nebbia che avvolgeva la sua vita si dirada e il presente offre possibilità migliori. Certo le ferite dell’infanzia, della giovinezza sono rimarginate, ma non si cancellano, nell’espressione degli occhi traspare una velata e dolce malinconia, ma i suoi scritti, oggi, testimoniano la sua lotta per la vita “con incrollabile fiducia”.
Il suo racconto autobiografico è un concentrato d’angoscia che lascia sconcertati e solo il tempo potrà diluirne il denso contenuto. Leggere e conoscere la storia di Emma è un’esperienza di vita.
Edited by graziella 54 - 18/1/2011, 17:08