Il Piemonte a fil di spada Una domenica di storia e tradizioni

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Vanigliaementa
view post Posted on 27/1/2011, 18:20




Il Piemonte a fil di spada
Una domenica di storia e tradizioni





Per risalire alle origini del rito della “Danza degli Spadonari”, che si svolge domenica 30 gennaio a Giaglione, un piccolo centro dell'Alta Val di Susa, nel Torinese, occorre andare molto indietro nel tempo, fino a oltre mille anni fa. C'è chi riconduce questa antica tradizione, che si ripete ogni anno in occasione della festa patronale di San Vincenzo (domenica 30 gennaio), ai riti pagani di propiziazione per favorire la fertilità della terra e l'abbondanza del raccolto.


Per risalire alle origini del rito della “Danza degli Spadonari”, che si svolge domenica 30 gennaio a Giaglione, un piccolo centro dell'Alta Val di Susa, nel Torinese, occorre andare molto indietro nel tempo, fino a oltre mille anni fa. C'è chi riconduce questa antica tradizione, che si ripete ogni anno in occasione della festa patronale di San Vincenzo (domenica 30 gennaio), ai riti pagani di propiziazione per favorire la fertilità della terra e l'abbondanza del raccolto.

Tesi avvalorata da alcuni particolari dei costumi indossati per l'occasione dai giovani quattro danzatori che si esibiscono, con le loro spade, in complesse coreografie. I tessuti utilizzati per l'abbigliamento sono molto pregiati: la camicia e il corpetto, entrambi damascati, sono arricchiti di ricami, lustrini e frange. Intorno alla vita viene annodato un grembiule, sempre di tessuto damascato, con le stesse decorazioni del corpetto. I pantaloni sono scuri e le giacche ricamate e prive di maniche. Ma l'elemento più rappresentativo e' il copricapo, completamente ricoperto di fiori e ornato di lunghi nastri colorati che scendono lungo la schiena.




Come vuole la tradizione, i danzatori devono lanciare in aria lunghi spadoni dritti impugnati con entrambe le mani e poi scambiarli in volo con i compagni. Un gioco che richiede attenzione e grande abilità. I quattro Spadonari, che procedono a salti e non a passi, sono affiancati dalle sei priore (tre coppie di donne di età diversa) e dalla portatrice del “Bran”, una struttura di legno di quasi due metri interamente ricoperta di nastri, fiori e frutta, con alla base una grossa forma di pane che viene cotta per l'occasione. Il tutto avviene davanti alla statua di San Vincenzo e al suo reliquiario.





Ad accompagnare il corteo fino al sagrato della chiesa e' la Banda Musicale di Giaglione, che esegue quattro marce: Normal (normale), Basulen (di Bussoleno), Stekàe (staccate) e Venusensa (di Venaus). Alla fine della Messa, cominciano le spettacolari “Danze degli Spadonari. Le armi, che volteggiano nell'aria seguendo complicate coreografie, simboleggiano la rinascita della natura assopita sotto la neve. La festa e' anche l'occasione per visitare Giaglione e le sue dieci borgate, che si sviluppano tra i 600 e gli 800 metri d'altitudine e nelle quali si parla un dialetto franco-provenzale, tutelato come minoranza linguistica. Meritano una visita anche le tre valli circostanti: la Val di Susa, la Val Cenischia e la Val Clarea, per dedicarsi alle passeggiate in totale relax, immersi in una natura ancora incontaminata.

Rossella Iannone





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