Quei giardini segreti sulla via per Verona

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Il Cercaviaggio
view post Posted on 6/7/2011, 09:25




«Madamina il catalogo è questo, delle belle che amò il padron mio… e in Ispania son già mill'e tre!». Leporello, servitore di Don Giovanni, si rivolge così a Donna Elvira, sedotta e abbandonata dal suo dissoluto padrone, mentre srotola sulla scalinata di una villa i fogli con tutti i nomi delle malcapitate. Questa è una delle scene del film Don Giovanni, diretto nel 1979 da Joseph Losey, trasposizione cinematografica dell'opera mozartiana. La dimora in questione, scelta come abitazione del celebre seduttore, è Villa Capra, detta La Rotonda, simbolo dell'architettura palladiana a due passi da Vicenza.
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Sono molte le ville venete che, negli anni, hanno fatto da set per le trasposizioni delle più belle arie. A pochi minuti di strada dal tempio all'aperto della lirica italiana, l'Arena di Verona. Che il 9 luglio rimette in cartellone il Nabucco, con un allestimento progettato nel 1991 da Rinaldo Olivieri, fedelmente ricostruito, che prevede un'imponente Torre di Babele al centro della scena. Chi assisterà alla Prima, con la direzione d'orchestra di Julian Kovatchev e la regia di Gianfranco de Bosio, vedrà un cast d'eccellenza. Nelle vesti di Abigaille il soprano greco Dimitra Theodossiou, mentre il mezzosoprano Andrea Ulbrich è la rivale Fenena. Nabucco è Ambrogio Maestri, considerato uno dei migliori baritoni verdiani della sua generazione. Accanto a lui Rubens Pelizzari debuttante in Arena come Ismaele, mentre Zaccaria è interpretato dal basso americano Raymond Aceto.
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ARTE E BELLEZZA IMMORTALE
Villa Capra, a pianta centrale e coronata da una cupola, fu costruita da Palladio nel 1566. Nel film Don Giovanni si vedono le quattro facciate identiche, ognuna con pronao sporgente a sei colonne ioniche, preceduto da una scalinata adorna di statue di Lorenzo Rubini. Una realizzazione dalla simmetria perfetta, sinonimo di bellezza classica e immortale, rappresentazione ideale dell'invenzione più geniale di Andrea di Pietro della Gondola, detto il Palladio: la villa moderna.

Ma se ne coglie la grandezza solo entrando nel cuore della sua arte. Perché l'architetto padovano si ispira alla cultura della villa nata nell'antica Roma e, mettendo d'accordo esigenze funzionali, strutturali, estetiche, crea un originale centro di attività e di residenza. La dimora di campagna tradizionale si trasforma così in un complesso articolato, che risponde alle attese di una classe sociale colta e potente: il patriziato veneto del Cinquecento. È in questo periodo che il commercio si espande e le campagne diventano sicure e, per i Veneziani, si apre la possibilità di intensificare lo sfruttamento dei possedimenti in terraferma.
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ALLA SCOPERTA DI ANDREA PALLADIO
Ecco quindi comparire le Ville Venete, inserite in grandi proprietà agricole, che diventano fulcro della vita del territorio, vere agorà: in un solo complesso si riuniscono dimora padronale ed edifici di servizio, secondo la tradizione classica delle fattorie contadine descritte da Catone e Virgilio. Tra il Cinquecento e il Settecento sulle terre italiane della Serenissima (gli attuali Veneto e Friuli Venezia Giulia) si costruiscono cinquemila residenze che si ispirano ai principi e allo stile palladiani. Che diventano civiltà, governo del territorio, microstoria di famiglie e comunità, patrimonio d'arte e centro di un mondo culturale ed economico.

Difficile oggi scegliere quali vedere: inserite nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco, quasi tutte si possono visitare, molte sono lussuosi hotel, ristoranti, sedi di mostre o di eventi culturali. Gli itinerari sono decine. E vanno costruiti su misura, seguendo le personali suggestioni della mente e dei sensi. Perdendosi nei labirinti dei giardini storici, navigando tra i canali, ammirando affreschi e arredi, gustando l'otium negli ambienti pensati per la meditazione. Ma per comprendere la civiltà della villa, si deve partire da dove tutto è iniziato: la Rotonda, la più romantica ed esemplare delle opere di Palladio.
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Da qui si snoda un itinerario, da fare in auto, che porta alla scoperta del Vicentino e di alcune delle più belle residenze progettate dal celebre architetto. Da Bagnolo di Lonigo con Villa Pisani Bonetti, oggi sede di esposizioni d'arte, a Caldogno con Villa Caldogno, che ospita il C4, Centro Cultura Contemporaneo. Da Lugo di Vicenza con Villa Godi Malinverni, la prima a essere costruita da Palladio, nel 1542, set di molti film, primo fra tutti Senso di Luchino Visconti, per arrivare a Pojana Maggiore con Villa Pojana, costruita tra 1555 e 1563. Restaurata nel 2008, grazie all'Istituto Regionale Ville Venete, vanta 550 metri quadri di affreschi che risalgono alla metà del Cinquecento, attribuiti a Bernardino India, Giovanni Battista Zelotti, Anselmo Canera, Bartolomeo Ridolfi.
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SULLE ACQUE DEL BRENTA
Chi vuole rivivere i ritmi lenti dell'epoca, può invece lasciarsi portare dalle acque del Naviglio del Brenta, che scorre da Padova a Venezia. Proprio come facevano i nobili della Serenissima che, per raggiungere le loro residenze in campagna, usavano il burchiello, tradizionale imbarcazione finemente decorata, con una grande cabina in legno e tre o quattro balconi. Oggi sono i Battelli del Brenta, da marzo a ottobre, a ripercorrere le stesse vie degli antichi burchielli (in inverno si può seguire in auto la strada provinciale).
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Partendo da Padova, si navigano il Canale Piovego e il Naviglio del Brenta. E, superando antichi borghi, paesini, chiuse, ponti girevoli, si ammirano le raffinate ville, che scorrono una dopo l'altra, come le perle di una collana. Dalla superba Villa Giovanelli a Noventa Padovana, costruita alla fine del Seicento, che conserva affreschi di Giuseppe Angeli, all'imponente Villa Pisani a Stra, meraviglioso esempio di architettura settecentesca dove il fasto del Barocco si coniuga all'armonia della classicità, che oggi è un museo nazionale con sale affrescate dal Tiepolo e dal Guarana, scenografiche scuderie e un celebre labirinto. Da Villa Soranzo a Fiesso, con l'esterno interamente affrescato, a Villa Ferretti Angeli a Dolo, progettata da Vincenzo Scamozzi, per arrivare a Mira con Villa Venier, le Barchesse di Villa Valmarana, la cinquecentesca Villa Querini-Stampalia, Villa Gradenigo, una delle più antiche, costruita nel 1529, Villa Widmann Rezzonico Foscari, gioiello del tardo Barocco veneziano, impreziosita da affreschi di Giuseppe Angeli e Gerolamo Mengozzi Colonna.

E si finisce in bellezza, a ridosso della Laguna, con la maestosa Villa Foscari, l'unica della Riviera progettata da Andrea Palladio. Detta La Malcontenta (si dice che una dama della famiglia Foscari vi fu confinata per espiare le sue infedeltà), domina altezzosa acqua e campagna. Un'opera spettacolare, uno degli esempi, perfetti e imperituri, della grandezza dei Veneziani, che qui sono stati protagonisti di mille anni di storia e di arte.


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